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Postiglione Luca (Napoli 1876-1936) | Meriggio di un Fauno nella selva , dipinto a olio

Luca Postiglione (1876-1936) dipinto dal soggetto mitologico e simbolico, dove la figura del fauno si mimetizza nella natura di una fitta vegetazione ai margini di uno specchio d’acqua. Opera di bella qualità pittorica, dipinta olio su cartone a sagoma ovale misura 48x65cm e inserita in cornice rettangolare moderna con possibilità in alternativa di una cabaret dorata a foglia e coeva al dipinto (in foto con passepartout panna).

….Si rivolge agli oracoli di Fauno, il padre profetico, e consulta i divini boschi sotto l’alta Albunea, massima tra le selve, che risuona dal sacro fonte ed esala violenti vapori mefitici. (VirgilioEneide).

Nato a Napoli nel 1876
LUCA POSTIGLIONE
fu stimatissimo nell’ambiente culturalenapoletano e si onorò dell’amicizia dei più noti poeti e letterati del tempo che conassiduità frequentavano la sua casa. Salvatore Di Giacomo gli scriveva senza maidimenticare il titolo di Cavaliere, anche se egli non aveva mai ricevuto questaonorificenza, ma era considerato tale all’unanimità dai suoi estimatori. Assiduofrequentatore della redazione del ‘
Mezzogiorno
’, quotidiano della città, Postiglionefu anche apprezzato poeta, e le pubblicò nel volume intitolato Poesie, edito daGiannini.
Pittore spontaneo, ironico e divertito Postiglione ritrasse senza fare troppa teoria ivolti e gli aspetti più significativi della Napoli a lui contemporanea. La sua culturaartistica ancora legata ai canoni ottocenteschi permeava le sue opere,conferendogli però un fascino inconsueto.
Lui stesso, ed anche altri personaggi, una volta ritratti perdevano la consistenzareale e diventavano come immaginari, avvolti da trasparenze ambrate ecaratterizzati da sguardi malinconici. Figure vere e contemporanee diventavanosulle sue tele personaggi lontani, quasi immaginari e come filtrati dalla memoria,acquistando il fascino dell’immagine di un ricordo.
Di Luca Postiglione sono famosi gli autoritratti, un ritratto di Salvatore Di Giacomoseduto in giardino ed altri soggetti, spesso femminili, da cui egli particolarmenteattratto.
Gioviale, simpatico e fine umorista, Postiglione ritrasse anche una sua modella cheera nota per i suoi atteggiamenti disinibiti; si divertì perciò a immortalarla vestita dasuora, ma lasciandole però i capelli arruffati fuori dal velo ed un marcato rossettorosso, che contrastano decisamente con uno sguardo mistico e assorto e con unagrande palma intrecciata che la religiosa sorregge con mani fin troppo curate.
Oltre a questo sono numerosissimi gli aneddoti sul celebre pittore, tramandati dallatradizione napoletana; si racconta tra l’altro che un giorno Postiglione era sedutonella bottega del suo barbiere, don Antonio Grieco, che era intento a tagliargli icapelli; ad un tratto entrò un avventore che, vedendo il cliente avvolto in un pannobianco con il volto grasso e roseo sormontato da un’ampia chierica, lo scambiò perun alto prelato e avvicinandosi gli disse ossequioso.
‘bacio le mani, Monsignore
’. Aquesto Postiglione alzò la mano destra, gli impartì una benedizione e poi gli disse:
‘Jatevenne cu Gesù e Maria’
.
Nella stessa bottega un giorno Greco, mentre faceva la barba al pittore,involontariamente gli tagliò il volto: subito dopo gli tamponò la ferita profferendomille scuse, implorando il perdono di Postiglione, il quale gli rispose: ‘
Siente Totò,n’ata vota porta nù rasulo lattante’
. ‘
Lattante
?’ si stupì il barbiere, e il pittore dirimando disse: ‘
Si totò, nu rasulo can un ha miso ancora ‘e diente’.
Lontano da ogni accademismo, convinto dell’effimera durata dei valori e delleconvenzioni, Postiglione dipinse per tutta la vita le donne, il vino e l’amore,convinto del fatto che gli uomini ameranno sempre la vita allegra, spensierata efelice, e quindi l’arte che la ritrae.
Le sue opere ebbero, ed hanno tuttora, parecchi estimatori, e anche quando era invita vendeva i suoi quadri con facilità. Amava però la vita larga e quindi la moglieche lo adorava, per assecondarlo, gli faceva credere di trarre dalla vendita deidipinti ottimi proventi, rendendosi invece responsabile di forti ammanchi inun’amministrazione scolastica, che a lungo e faticosamente riuscì ad occultare.
Don Luchino Postiglione morì a Napoli nel 1936.

https://www.cronologia.it/storia/biografie/postigli.htm

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